Aggiornamenti.

Eccomi qui dopo quasi un mese.

E’ iniziata la scuola, le ferie sono finite, il lavoro e la vita hanno ripreso il solito ritmo. Dopo un minimo di riadattamento siamo tornati alle solite routines ed alle solite corse per incastrare tutti gli impegni. Ordinaria amministrazione, insomma. 😀

 

Nel frattempo:

– ho finito il kal verde, producendo un cappellino ed una sciarpina che mi hanno permesso anche di consumare gli ultimi rimasugli del cotone pima che avevo usato per una maglietta estiva (destash = yarndiet, un kal perpetuo a cui partecipa ogni progetto che usi filato che giace negli armadi di casa senza altro scopo da tempo immemore, o almeno da qualche mese)

 

– ho fatto un maglione per l’uomo. Non vi dico le misure, ma non è certamente una S. E nemmeno una M. Ma nemmeno lontanamente, ecco. E l’ha voluto tutto a maglia rasata. Lato positivo: lui è contento ed io facendolo mi sono letta un libro che mi è piaciuto molto 😀

 

Maglione per il marito, taglia comoda. Top-down raglan con filato Hayfield Bonus Aran.
Maglione per il marito, taglia comoda. Top-down raglan con filato Hayfield Bonus Aran.

 

– ho avviato di nuovo il maglione in alpaca che avevo iniziato e poi disfatto causa -10kg (1 taglia in meno) e ad oggi ho fatto sprone e maniche e sono a circa metà del corpo. Ho modificato le maniche e gli aumenti del corpo, che io i pattern li seguo per bene solo quando faccio i test, altrimenti mi piace modificarli un po’. 🙂

 

Gardis: maglietta ampia.

Io adoro questa designer, sia come persona che per i pattern che sforna senza sosta!

L‘ultima “fatica” è la maglietta Gardis, che lei (Valentina Cosciani) ha fatto e pensato in seta, ma io (braccino corto sempre low-budget) ho rivisitato in cotone, con qualche piccola modifica: un po’ più ampia, un po’ più lunga, con i bordi e le maniche più corte (che stava finendo il filo).
A me piace tantissimo! La vedo perfetta sopra a dei leggins anche per una oversize (porto la 58).

gardis cotone fronteQuando distribuivano la fotogenicità ero in fila per le lasagne, me ne sto facendo una ragione. E sì, i fili erano ancora da fermare, ma non potevo aspettare e volevo approfittare della fotografa personale (santa mamma). Li ho fermati ieri sera, per la cronaca (e con gli  scarti ho legato i pomodori, perchè sono sempre braccino corto low-budget).

Giusto per capire l’ampiezza e perchè mi ci sono andate quasi 6 matasse di cotone (ne è avanzato solo un gomitolino minimo, che viene buono solo per legare i pomodori o mixato con gli altri mille avanzi simili).

scema col gardis cotone

 

 

Un altro paio di foto le trovate nella pagina progetto su ravelry, se siete curiose di vedere come mi sta di fianco e di dietro. Qui vi lascio con il dettaglio della manica che ho accorciato, perchè mi piace, ecco 😀

gardis cotone dettaglio manica accorciata

 

 

E rientra pure nel kal dei buoni propositi 2014 perchè ho fatto una cosa che mi piaceva con un filo che mi piaceva e comprato apposta.

Ci vuole poco a farmi felice. 😀

Pelna ed il bello del top down

Partiamo dalle basi: Pelna è una maglietta che ho testato, quella di cui non potevo svelare niente fino a che non fosse stato pubblicato il pattern (ed è stato pubblicato a fine maggio, mi scuso per il ritardo, sono sempre molto impegnata – tanto lo sapete che sono disorganizzata cronica e casinista, ma darmi un tono ha sempre un suo fascino-), ed è costruita top-down, cioè partendo dal collo ed andando verso il basso in un unico pezzo senza cuciture.

pelna1_medium2(la scelta dei colori è stata obbligata perchè era anche un destash, ma devo dire che non mi soddisfa appieno e che la banda turchese distoglie molto dal traforo su collo e bordi che invece è molto bello. Dovrò procurarmi altro filo per farne una in tinta unita, che merita.)

Se date una scorsa ai miei progetti su ravelry vi accorgerete che le maglie le faccio quasi solo top-down e questo mi pare abbastanza indicativo della mia fissazione in merito.

Ma ho dei buoni motivi:

1 – non serve cucire. Che quanto non mi piacciono le cuciture sui capi a maglia non lo so spiegare. Vero che a volte hanno il loro perchè, soprattutto per capi grandi e pesanti, che li sostengono un po’, ma non mi piacciono lo stesso. Non mi piace farle e non mi piace vederle. Com’è che si dice? “Non è bello cioò che è bello, ma è belo ciò che piace”. Ecco.

2 – si può provare il capo mentre di lavora ed aggiustare on the go invece di prendere mille misure prima e sapere se va bene solo dopo aver finito e cucito tutto. Che anche disfare è odioso. Peggio che cucire.

3 – si può usare il filo fino all’ultima gugliata utile. E non scherzo. Guardate quanto me ne è avanzato IN TUTTO per fare questa maglietta

pelna filo avanzato(sì, ho temuto per tutto il giro di chiusura che non mi bastasse e di dover disfare un paio di giri)

 

 

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Questa maglietta, oltre ad essere fonte di orgolio personale perchè è un test per una designer che stimo, partecipa a qualche kal: il guardaroba della knitter perfetta, i buoni propositi del 2014, yarndiet e non so se rientra pure in qualche altro…. (ne voglio fare troppe, partecipo partecipo e partecipo e poi mi dimentico…. dovrò rimediare)

La mia prima canotta top-down.

Proseguendo con i buoni propositi del 2014 sto continuando ad usare i filati che ho comprato tanti anni fa. Questi risalgono al 1999 circa.

Il pattern originale era “137-2 Simply Summer” della Drops, a cui ho apportato varie modifiche. E se l’avessi capito bene fin da subito ne avrei apportate altre.

Ho fatto un paio di giri in meno per le spalline, poi ho unito subito sotto le ascelle (invece il pattern dice di lavorare separatamente fino alla fine della parte a legaccio e poi cucire, che non ha senso proprio. Se dovessi rifarlo avvierei addirittura tutto insieme invece di lavorare separatamente davanti e dietro per le spalline), ho avviato la metà delle maglie per il sottobraccio (e pure così è venuto troppo largo), il lace sul fianco l’ho fatto partire più in basso per nascondere meglio il reggiseno ed ho aggiunto qualche aumento e qualche ferro accorciato per il seno.

20140502_110820_medium2

Tutto sommato alla fine mi piace, nasconde anche bene la panza ed i rotoli (ricordiamoci che peso 105kg e ditemi se dalla foto pare così tanto. ecco.) e sono molto tentata di farne un’altra, ma con qualche altra modifica. Tipo avviare tutte le maglie insieme e montarne un po’ meno per la spalla e fare più aumenti e ferri accorciati per la vestibilità del seno.

Di sicuro la base è sfruttabile per altre mille variazioni sul tema ed il caldo che promette di arrivare, prima o poi, mi invoglia a provare.

 

Ho fatto un test (a maglia), ma non ditelo a nessuno.

Cosa è un test e come va fatto al meglio lo spiega benissimo Veruska sul sito maglia-uncinetto.it (che vi consiglio di mettervi tra i preferiti o, meglio ancora, nel feed reader), quindi non starò a dilungarmi nelle spiegazioni.

Nonostante ancor prima di chiudere lo Scirocco giurassi e spergiurassi che “mai più un filo così sottile per me, che non si finisce più” ho chiesto subito di poter testare questo nuovo schema e sono stata anche ben felice di essere accettata.

Lo considero un onore ed un privilegio che una designer si affidi a me ed alle mia capacità e volontà per testare un suo modello. Perchè alla fine, è anche una questione di fiducia. Perchè se io il test lo faccio male, se faccio  modifiche, se non sto attenta a quel che c’è scritto perchè “tanto so fare”, se uso un filato completamente diverso senza considerarne nemmeno la tensione o se mi prendo il pattern e sparisco (e qualche compagna di test così m’è capitata in passato, non sono mie idee bislacche, persone così esistono) la designer si trova in difficoltà o rischia di pubblicare n pattern sbagliato, facendosi una bruttissima reputazione.

Quindi, come dicevo, per me è stato un onore fare questo test.

Per di più ora ho uno splendido nuovo capo da indossare ed ho anche consumato un po’ di filato che giaceva in stash da un paio di anni e non sapevo proprio come usare.

Non posso ancora dire niente di più finchè non sarà pubblicato il modello, ma posso farvi vedere i colori che ho usato, tanto da questa foto non si capisce nè il modello nè che capo di abbigliamento sia 😀

segreto

Li vedete i miei nuovi hiyahiya? li adoro!!!! peccato facciano un pochino di scalino all’attacco, ma pare sia un problema di una partita di cavi (che io sono fortunatissima, si sa).

 

Scirocco caldo: cardigan aperto.

Ho risolto il problema delle selfie, con una specie di cavalletto improvvisato e l’autoscatto (Spazzolino, il tuo suggerimento lo tengo buono comunque 😀 ) e quindi ora vi faccio vedere qualcosina degli ultimi lavori.

Da dicembre mi sono capitati due test affascinanti a cui non ho potuto resistere: uno è un segreto segretissimo fino a fine maggio, l’altro è questo cardigan spettacolare, che rimane aperto sul davanti (e non so come si chimano i cardigan con questa costruzione).

Il pattern è lo Scirocco Caldo di Lucia Maria Lanzafame, che la designer ha sviluppato nelle taglie dalla S alla XXXL e che trovate su ravelry.com

sciroccocaldo1

L’ho fatto con della lana mista sintetico che avevo in casa ed è venuto morbido e caldo. L’unico difetto che gli trovo è il fatto di non avere allacciature, perchè io non ho nessuna spilla con cui chiuderlo (dovrò provvedere al più presto).

Semplice semplice, un po’ lungo da lavorare visto che usa un filo sottile a tensione 20 m in 10 cm (io ho usato i ferri 3,5 mm) ed avento i davanti che si sopramontano completamente c’è tanto da lavorare, soprattutto per la mia taglia.

Qui trovate la mia pagina progetto su Ravelry.

Ma ne è valsa la pena e lo sto portando tantissimo, perchè veste bene anche le taglie comode un po’ tanto morbidotte come me 🙂sciroccocaldo3

Ringrazio infinitamente LuciaMaria per avermi permesso di fare da tester ed avermi così regalato un cardigan che mi piace tantissimo.

(ora, se volete, potete immaginarmi mentre corro lungo il corridoio dell’ufficio afferrando i lembi dei davanti e sbattendoli come fossero ali)

sciroccocaldo2

Con questo progetto partecipo anche a qualche kal sparso di cui non ricordo di preciso gli hashtag (mannaggiammè, devo iniziare a segnarmeli):

– yarndiet edizione 2014 con il gruppo ravelry “kal from italy”: il filo antracite l’ho comprato più di 15 anni fa per fare un poncho, iniziato e froggato dopo qulche anno, il filo colorato invece ha solo 2 anni ma l’avevo comprato senza scopo preciso, e quindi era finito subito in stash;

– propositi edizione 2014 con il gruppo “LQA”: ho destashato e fatto qualcosa che mi piace davvero.

 

Il KAL dei buoni propositi 2014

Dopo aver tirato le somme dei propositi fatti e più o meno mantenuti nel 2013, eccomi a stilare un elenco dei buoni propositi laniferi per il 2014.

1 – continuare a destashare

Perchè lo stash vecchio c’è ancora, anche se ridotto, e va usato. E magari riuscissi a ritrovare anche i gomitolini di nonna, quelli persi in cantina. Poi ci sono i mezzi gomitoli di mistolana e di cotone che ho comprato un paio di anni fa e che vorrei usare in qualche modo, così come tutti i gomitoli avanzati dai vari progetti (che non si può comprare la lana giusta giusta, ci va sempre almeno un gomitolo in più, perchè se poi non ti basta non sempre si riesce a trovare lo stesso bagno e poi si vede la differenza di colore). Per non parlare delle quantità impegnative comprate non so più nemmeno quando e che ancora giacciono intatte ad occupare posto nell’armadio.

2 – terminare l’inventario dello stash e mantenerlo aggiornato

Fotografare ed inserire su Ravelry i cotoni sottilissimi da pizzo e continuare a fotografare ed inserire ogni nuovo acquisto, continuando a collegare i filati usati ai progetti, sempre su Ravelry, in modo da avere sempre la situazione stash sotto controllo. Che se Ravelry per un qualche motivo non mi fuzionasse più sarei persa. Non ci voglio nemmeno pensare.

3 – comprare solo per usare

Questo punto ne riassume tre del precedente anno, perchè per usare un filato è necessario che mi piaccia (e se di scarsa qualità non mi piace, vecchi punti 3 e 4) e che abbia un progetto ben definito a cui dedicarlo (e non un generico “qualcosa ci farò perchè è troppo bello”, vecchio punto 5).

4 – imparare nuove tecniche

Con l’abc penso di essere più o meno apposto, dritti, rovesci, aumenti, diminuzioni, ormai ne ho imparati diversi e ne imparerò altri quando si rpesenterà l’occasione, ma non ne vado più in cerca appositamente di nuovi. Cercherò invece nuove tecniche, nuovi avvi e nuove chiusure, magari l’intarsia che mi attira molto, magari il knitting from the top della Walker e qualcosina della Zimmerman (per cui non ricordo i titoli precisi, ma so dove andarli a cercare ;P ).  Non mi pongo limiti, purchè in questo anno impari e sperimenti qualcosa di nuovo. Fossero anche solo le cuciture.

5 – pochi wip.

Scrivo “pochi” perchè quel paio di WIP fissi li voglio tenere: la coperta maxy-granny che mi deve fare da tappabuchi per quando non ho altri progetti ed il washcloth da tenere in borsa per eventuali attese impreviste. Questi restano, che sono per le emergenze e restano tali. Ma oltre a questi vorrei avere un solo progetto attivo alla volta, salvo rare e ponderatissime eccezioni (tipo il KAL per imparare a fare i cappelli top-down senza schemi e senza campioni mentre ho da finire un cardigan, ma visto che il KAL dura solo 2 settimane ed il cardigan non ci metterò meno di 2 mesi a farlo e probabilmente anche di più, non posso certo perdermi un evento istruttivo per imparare una tecnica fondamentale da cui poi poter derivare tanti lavori solo perchè ho un cardigan sui ferri.)

6 – scrivere almeno un mio schema, anche semplicissimo

Per questo sono già a buon punto:  ho tutti gli appunti e tre tester in attesa dello schema. Ora devo scriverlo e mandarglielo. Giusto un attimo di organizzazione. Ce la posso fare. E poi magari se questo va bene mi invoglia a farne altri. (Ho giusto fatto un cappellino niente male…. 😀 )

7 – fare qualcosa per regalare

Qui le idee sono tantissime, ma devo anche impormi un po’ di realismo. Come minimo vorrei fare qualcosina per un’amica in attesa, poi se ci scappasse mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa anche per Cuore di Maglia e per Quello Che Ho, ma siccome quello che sferruzzo per me e famiglia non è un “in più” ma qualcosa che ci serve, e che me lo sferruzzo io invece di andarlo a comprare fatto, ha la precedenza sul resto.

 

Ovviamente, essendo un KAL, ci sono tante altre laniste anonime che si sono fatte i loro propositi per il 2014. Potete seguire il kal sui fari social e su ravelry con l’hashtag #kalpropositi14