Aggiornamenti.

Eccomi qui dopo quasi un mese.

E’ iniziata la scuola, le ferie sono finite, il lavoro e la vita hanno ripreso il solito ritmo. Dopo un minimo di riadattamento siamo tornati alle solite routines ed alle solite corse per incastrare tutti gli impegni. Ordinaria amministrazione, insomma. 😀

 

Nel frattempo:

– ho finito il kal verde, producendo un cappellino ed una sciarpina che mi hanno permesso anche di consumare gli ultimi rimasugli del cotone pima che avevo usato per una maglietta estiva (destash = yarndiet, un kal perpetuo a cui partecipa ogni progetto che usi filato che giace negli armadi di casa senza altro scopo da tempo immemore, o almeno da qualche mese)

 

– ho fatto un maglione per l’uomo. Non vi dico le misure, ma non è certamente una S. E nemmeno una M. Ma nemmeno lontanamente, ecco. E l’ha voluto tutto a maglia rasata. Lato positivo: lui è contento ed io facendolo mi sono letta un libro che mi è piaciuto molto 😀

 

Maglione per il marito, taglia comoda. Top-down raglan con filato Hayfield Bonus Aran.
Maglione per il marito, taglia comoda. Top-down raglan con filato Hayfield Bonus Aran.

 

– ho avviato di nuovo il maglione in alpaca che avevo iniziato e poi disfatto causa -10kg (1 taglia in meno) e ad oggi ho fatto sprone e maniche e sono a circa metà del corpo. Ho modificato le maniche e gli aumenti del corpo, che io i pattern li seguo per bene solo quando faccio i test, altrimenti mi piace modificarli un po’. 🙂

 

Pelna ed il bello del top down

Partiamo dalle basi: Pelna è una maglietta che ho testato, quella di cui non potevo svelare niente fino a che non fosse stato pubblicato il pattern (ed è stato pubblicato a fine maggio, mi scuso per il ritardo, sono sempre molto impegnata – tanto lo sapete che sono disorganizzata cronica e casinista, ma darmi un tono ha sempre un suo fascino-), ed è costruita top-down, cioè partendo dal collo ed andando verso il basso in un unico pezzo senza cuciture.

pelna1_medium2(la scelta dei colori è stata obbligata perchè era anche un destash, ma devo dire che non mi soddisfa appieno e che la banda turchese distoglie molto dal traforo su collo e bordi che invece è molto bello. Dovrò procurarmi altro filo per farne una in tinta unita, che merita.)

Se date una scorsa ai miei progetti su ravelry vi accorgerete che le maglie le faccio quasi solo top-down e questo mi pare abbastanza indicativo della mia fissazione in merito.

Ma ho dei buoni motivi:

1 – non serve cucire. Che quanto non mi piacciono le cuciture sui capi a maglia non lo so spiegare. Vero che a volte hanno il loro perchè, soprattutto per capi grandi e pesanti, che li sostengono un po’, ma non mi piacciono lo stesso. Non mi piace farle e non mi piace vederle. Com’è che si dice? “Non è bello cioò che è bello, ma è belo ciò che piace”. Ecco.

2 – si può provare il capo mentre di lavora ed aggiustare on the go invece di prendere mille misure prima e sapere se va bene solo dopo aver finito e cucito tutto. Che anche disfare è odioso. Peggio che cucire.

3 – si può usare il filo fino all’ultima gugliata utile. E non scherzo. Guardate quanto me ne è avanzato IN TUTTO per fare questa maglietta

pelna filo avanzato(sì, ho temuto per tutto il giro di chiusura che non mi bastasse e di dover disfare un paio di giri)

 

 

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Questa maglietta, oltre ad essere fonte di orgolio personale perchè è un test per una designer che stimo, partecipa a qualche kal: il guardaroba della knitter perfetta, i buoni propositi del 2014, yarndiet e non so se rientra pure in qualche altro…. (ne voglio fare troppe, partecipo partecipo e partecipo e poi mi dimentico…. dovrò rimediare)

La mia prima canotta top-down.

Proseguendo con i buoni propositi del 2014 sto continuando ad usare i filati che ho comprato tanti anni fa. Questi risalgono al 1999 circa.

Il pattern originale era “137-2 Simply Summer” della Drops, a cui ho apportato varie modifiche. E se l’avessi capito bene fin da subito ne avrei apportate altre.

Ho fatto un paio di giri in meno per le spalline, poi ho unito subito sotto le ascelle (invece il pattern dice di lavorare separatamente fino alla fine della parte a legaccio e poi cucire, che non ha senso proprio. Se dovessi rifarlo avvierei addirittura tutto insieme invece di lavorare separatamente davanti e dietro per le spalline), ho avviato la metà delle maglie per il sottobraccio (e pure così è venuto troppo largo), il lace sul fianco l’ho fatto partire più in basso per nascondere meglio il reggiseno ed ho aggiunto qualche aumento e qualche ferro accorciato per il seno.

20140502_110820_medium2

Tutto sommato alla fine mi piace, nasconde anche bene la panza ed i rotoli (ricordiamoci che peso 105kg e ditemi se dalla foto pare così tanto. ecco.) e sono molto tentata di farne un’altra, ma con qualche altra modifica. Tipo avviare tutte le maglie insieme e montarne un po’ meno per la spalla e fare più aumenti e ferri accorciati per la vestibilità del seno.

Di sicuro la base è sfruttabile per altre mille variazioni sul tema ed il caldo che promette di arrivare, prima o poi, mi invoglia a provare.

 

Ho fatto un test (a maglia), ma non ditelo a nessuno.

Cosa è un test e come va fatto al meglio lo spiega benissimo Veruska sul sito maglia-uncinetto.it (che vi consiglio di mettervi tra i preferiti o, meglio ancora, nel feed reader), quindi non starò a dilungarmi nelle spiegazioni.

Nonostante ancor prima di chiudere lo Scirocco giurassi e spergiurassi che “mai più un filo così sottile per me, che non si finisce più” ho chiesto subito di poter testare questo nuovo schema e sono stata anche ben felice di essere accettata.

Lo considero un onore ed un privilegio che una designer si affidi a me ed alle mia capacità e volontà per testare un suo modello. Perchè alla fine, è anche una questione di fiducia. Perchè se io il test lo faccio male, se faccio  modifiche, se non sto attenta a quel che c’è scritto perchè “tanto so fare”, se uso un filato completamente diverso senza considerarne nemmeno la tensione o se mi prendo il pattern e sparisco (e qualche compagna di test così m’è capitata in passato, non sono mie idee bislacche, persone così esistono) la designer si trova in difficoltà o rischia di pubblicare n pattern sbagliato, facendosi una bruttissima reputazione.

Quindi, come dicevo, per me è stato un onore fare questo test.

Per di più ora ho uno splendido nuovo capo da indossare ed ho anche consumato un po’ di filato che giaceva in stash da un paio di anni e non sapevo proprio come usare.

Non posso ancora dire niente di più finchè non sarà pubblicato il modello, ma posso farvi vedere i colori che ho usato, tanto da questa foto non si capisce nè il modello nè che capo di abbigliamento sia 😀

segreto

Li vedete i miei nuovi hiyahiya? li adoro!!!! peccato facciano un pochino di scalino all’attacco, ma pare sia un problema di una partita di cavi (che io sono fortunatissima, si sa).

 

Scirocco caldo: cardigan aperto.

Ho risolto il problema delle selfie, con una specie di cavalletto improvvisato e l’autoscatto (Spazzolino, il tuo suggerimento lo tengo buono comunque 😀 ) e quindi ora vi faccio vedere qualcosina degli ultimi lavori.

Da dicembre mi sono capitati due test affascinanti a cui non ho potuto resistere: uno è un segreto segretissimo fino a fine maggio, l’altro è questo cardigan spettacolare, che rimane aperto sul davanti (e non so come si chimano i cardigan con questa costruzione).

Il pattern è lo Scirocco Caldo di Lucia Maria Lanzafame, che la designer ha sviluppato nelle taglie dalla S alla XXXL e che trovate su ravelry.com

sciroccocaldo1

L’ho fatto con della lana mista sintetico che avevo in casa ed è venuto morbido e caldo. L’unico difetto che gli trovo è il fatto di non avere allacciature, perchè io non ho nessuna spilla con cui chiuderlo (dovrò provvedere al più presto).

Semplice semplice, un po’ lungo da lavorare visto che usa un filo sottile a tensione 20 m in 10 cm (io ho usato i ferri 3,5 mm) ed avento i davanti che si sopramontano completamente c’è tanto da lavorare, soprattutto per la mia taglia.

Qui trovate la mia pagina progetto su Ravelry.

Ma ne è valsa la pena e lo sto portando tantissimo, perchè veste bene anche le taglie comode un po’ tanto morbidotte come me 🙂sciroccocaldo3

Ringrazio infinitamente LuciaMaria per avermi permesso di fare da tester ed avermi così regalato un cardigan che mi piace tantissimo.

(ora, se volete, potete immaginarmi mentre corro lungo il corridoio dell’ufficio afferrando i lembi dei davanti e sbattendoli come fossero ali)

sciroccocaldo2

Con questo progetto partecipo anche a qualche kal sparso di cui non ricordo di preciso gli hashtag (mannaggiammè, devo iniziare a segnarmeli):

– yarndiet edizione 2014 con il gruppo ravelry “kal from italy”: il filo antracite l’ho comprato più di 15 anni fa per fare un poncho, iniziato e froggato dopo qulche anno, il filo colorato invece ha solo 2 anni ma l’avevo comprato senza scopo preciso, e quindi era finito subito in stash;

– propositi edizione 2014 con il gruppo “LQA”: ho destashato e fatto qualcosa che mi piace davvero.

 

Il KAL dei buoni propositi 2014

Dopo aver tirato le somme dei propositi fatti e più o meno mantenuti nel 2013, eccomi a stilare un elenco dei buoni propositi laniferi per il 2014.

1 – continuare a destashare

Perchè lo stash vecchio c’è ancora, anche se ridotto, e va usato. E magari riuscissi a ritrovare anche i gomitolini di nonna, quelli persi in cantina. Poi ci sono i mezzi gomitoli di mistolana e di cotone che ho comprato un paio di anni fa e che vorrei usare in qualche modo, così come tutti i gomitoli avanzati dai vari progetti (che non si può comprare la lana giusta giusta, ci va sempre almeno un gomitolo in più, perchè se poi non ti basta non sempre si riesce a trovare lo stesso bagno e poi si vede la differenza di colore). Per non parlare delle quantità impegnative comprate non so più nemmeno quando e che ancora giacciono intatte ad occupare posto nell’armadio.

2 – terminare l’inventario dello stash e mantenerlo aggiornato

Fotografare ed inserire su Ravelry i cotoni sottilissimi da pizzo e continuare a fotografare ed inserire ogni nuovo acquisto, continuando a collegare i filati usati ai progetti, sempre su Ravelry, in modo da avere sempre la situazione stash sotto controllo. Che se Ravelry per un qualche motivo non mi fuzionasse più sarei persa. Non ci voglio nemmeno pensare.

3 – comprare solo per usare

Questo punto ne riassume tre del precedente anno, perchè per usare un filato è necessario che mi piaccia (e se di scarsa qualità non mi piace, vecchi punti 3 e 4) e che abbia un progetto ben definito a cui dedicarlo (e non un generico “qualcosa ci farò perchè è troppo bello”, vecchio punto 5).

4 – imparare nuove tecniche

Con l’abc penso di essere più o meno apposto, dritti, rovesci, aumenti, diminuzioni, ormai ne ho imparati diversi e ne imparerò altri quando si rpesenterà l’occasione, ma non ne vado più in cerca appositamente di nuovi. Cercherò invece nuove tecniche, nuovi avvi e nuove chiusure, magari l’intarsia che mi attira molto, magari il knitting from the top della Walker e qualcosina della Zimmerman (per cui non ricordo i titoli precisi, ma so dove andarli a cercare ;P ).  Non mi pongo limiti, purchè in questo anno impari e sperimenti qualcosa di nuovo. Fossero anche solo le cuciture.

5 – pochi wip.

Scrivo “pochi” perchè quel paio di WIP fissi li voglio tenere: la coperta maxy-granny che mi deve fare da tappabuchi per quando non ho altri progetti ed il washcloth da tenere in borsa per eventuali attese impreviste. Questi restano, che sono per le emergenze e restano tali. Ma oltre a questi vorrei avere un solo progetto attivo alla volta, salvo rare e ponderatissime eccezioni (tipo il KAL per imparare a fare i cappelli top-down senza schemi e senza campioni mentre ho da finire un cardigan, ma visto che il KAL dura solo 2 settimane ed il cardigan non ci metterò meno di 2 mesi a farlo e probabilmente anche di più, non posso certo perdermi un evento istruttivo per imparare una tecnica fondamentale da cui poi poter derivare tanti lavori solo perchè ho un cardigan sui ferri.)

6 – scrivere almeno un mio schema, anche semplicissimo

Per questo sono già a buon punto:  ho tutti gli appunti e tre tester in attesa dello schema. Ora devo scriverlo e mandarglielo. Giusto un attimo di organizzazione. Ce la posso fare. E poi magari se questo va bene mi invoglia a farne altri. (Ho giusto fatto un cappellino niente male…. 😀 )

7 – fare qualcosa per regalare

Qui le idee sono tantissime, ma devo anche impormi un po’ di realismo. Come minimo vorrei fare qualcosina per un’amica in attesa, poi se ci scappasse mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa anche per Cuore di Maglia e per Quello Che Ho, ma siccome quello che sferruzzo per me e famiglia non è un “in più” ma qualcosa che ci serve, e che me lo sferruzzo io invece di andarlo a comprare fatto, ha la precedenza sul resto.

 

Ovviamente, essendo un KAL, ci sono tante altre laniste anonime che si sono fatte i loro propositi per il 2014. Potete seguire il kal sui fari social e su ravelry con l’hashtag #kalpropositi14

Il KAL dei buoni propositi 2013: tiriamo le somme.

Dunque, il 2013 è finito, vediamo di tirare le somme e vedere se ho rispettato i buoni propositi fatti, così da poterne fare altri per il 2014.

1 – consumare più possibile lo stash vecchio

E quando dico vecchio, intendo proprio vecchio. Ho nell’armadio dei gomitoli che ho comprato 15 anni fa, e non sono nemmeno i più vecchi. Da qualche parte che non ricordo ho delle matassine di cotone per centrini che mi hanno regalato causa inutilizzo e che hanno come minimo 20 anni, ma forse anche di più. Poi vorrei ritrovare anche dei gomitoli di cotone colorati che erano di nonna (buonanima) e che avevo intravisto 3 anni fa in cantina e vorrei proprio usarli per fare qualcosa.

I gomitoli di nonna non li ho trovati, ma ho dato una bella consumata al mio stash con diversi progetti che vorrei linkare, ma visto che mentre lo stavo facendo non so come nè perchè mi si è cancelato tutto mandando all’aria 2 ore di lavoro, direi che magari per i link ai progetti destash faccio un altro post a parte.

CHECK

2 – fare l’inventario dettagliato dello stash

che la maggior parte dei filati che ho nemmeno me li ricordo. E poi con una bella foto posso caricare i dati su Ravelry e tenere conto di tutto, sia quello che ho che quello che ho usato, magari collegandolo ai progetti che ci ho realizzato.

Mi sono rimasti fuori solo i filati sottilissimi da uncinetto che non ho intenzione di usare a breve.

CHECK

3 – comprare solo lana buona filati di qualità

E qui apro una piccola parentesi: spesso per “lana” intendo filato da lavorare ai ferri o all’uncinetto, indipendentemente dal materiale con cui è realizzato. Colpa delle usanze locali, credo. Cioè, ho impiegato una mattina  a cercare di far capire alla magliaia (la venditrice di filati della mia città, che fa questo lavoro da più di 30 anni) che il filato 100% cotone è cotone anche se si lavora coi ferri da 3mm, e ancora non ci sono riuscita, che per lei dal 2,5 in su è tutto “lana”. Mi fa quasi tenerezza.

Tornando a noi, dicevo: comprare solo lana buona filati di qualità, perchè è vero che non bisogna sprecare e soprattutto di questi tempi (ormai da4-5 anni) bisogna stare attenti a spendere il meno possibile, ma comprare filato acrilico che spela per spendere meno e poi non riuscire nè a lavorarlo nè ad indossarlo o comunque usarlo in alcun modo perchè mi da l’urto dei nervi equivale a buttare i soldi. Quindi meglio comprare meno filato ma che sia buono, così lo riesco ad usare e non sarà sprecato.

4 – comprare solo lana che mi piace

Per lo stesso motivo di cui sopra: se spendo poco per comprare un filato di pura lana giallo in offerta sono soldi sprecati, perchè a me il giallo non piace indossarlo e quindi sarò restia ad usare quel filato anche se di ottima qualità. Meglio prenderlo lavanda o smeraldo o turchese a prezzo pieno ed usarlo.

5 – comprare solo il necessario per quello che voglio fare, e non solo perchè mi piace

Altro tasto dolente è l’acqusito impulsivo e compulsivo perchè passando davanti alla bancarella al mercato quel filato è così bello che “devo farci assolutamente qualcosa”. Tanto dopo due anni che resta in stash senza che gli trovi un progetto adatto o che trovi il tempo di mettermi a farlo, diventerà brutto e vecchio lo stesso e dalla bancarella mi guarderà dell’altro filato che mi piacerà di più. (immaginate il motivo per cui lo so con così tanta certezza. ehm.)

Questi li metto insieme perchè vanno di pari passo, più o meno. E anche qui direi che ci siamo, perchè ho comprato solo filati che effettivamente ho usato subito, che mi piacevano e, nella maggior parte dei casi, anche di buona qualità. Poi tocca fare anche i conti col portafoglio, ma visto che questi tre punti erano nati soprattutto del desiderio di non aumentare lo stash con filati che poi non riesco ad usare perchè non mi piacciono, e quel che ho comprato l’ho usato o lo sto usando (o aspetta che finisca il progetto in corso per essere usato) tutto, anche questi propositi li considero mantenuti.

CHECK

6 – approfondire l’abc

La mia nonna paterna mi ha insegnato l’abc minimo sindacale: avvio long tail, dritto e rovescio english, diminuzioni con maglie lavorate insieme. Poi ho scoperto che c’è un mondo di altre tecniche di base, come il continental, vari modi di aumentare e diminuire, vari tipi di avvio e di chiusura… Insomma, sento di non avere una conoscenza completa e mi piacerebbe invece imparare per bene. Quindi se avete qualch elibro, anche in inglese, da consigliarmi, vi ringrazio fin da ora.

Niente libri, per ora, ma ho approfondito abbastanza, imparando nuovi aumenti e diminuzioni, e varie altre tecniche: avvio magico di Judy per i calzini, chiusura elastica di Jery (mi pare, ho difficoltà a ricordare i nomi) sempre per i calzini, M1, ssk, kfb, yo, yo2, dritto e rovescio continental, unione russa di due gomitoli, raglan top-down seamless, e qualcosina d’altro.

CHECK

7 – lasciare meno wip possibili: prima di iniziare qualcosa di nuovo finire il vecchio. tranne che la coperta granny.

Questo è un po’ per il discorso di non voler sprecare, che i lavori lasciati a metà non servono a nessuno, e un po’ per un discorso di ordine (che è un altro buon proposito, ma siccome non c’entra con la lana non lo scrivo qui.). I progetti in sospeso entro breve tempo devono terminare, in un modo o nell’altro: o li finisco o li disfo.

Concedo l’unica eccezione alla coperta maxy-granny che sto facendo all’uncinetto, perchè è un lavoro immenso e noiosissimo e perchè l’avevo iniziata con il preciso intento di essere un progetto “tappabuchi” per quando non avessi avuto altro da fare (era poco prima di scoprire Ravelry).

Dnque, vediamo, ho una borsa che aspetta una cucitura  macchina e l’aspetterà ancora a lungo perchè tirare fuori la macchina per cucire col piccoletto in giro per casa è da suicidio, a coperta maxy-granny che resta un wip tappabuchi, il washcloth all’uncinetto tunisino che resta un progetto da tenere in borsa per le eventuali attese (gommista, dottore, poste, …) ed un solo vero progetto su cui sto lavorando. Direi che ci siamo.

CHECK

8 – scrivere almeno un mio schema, anche semplicissimo

Questo avrei voluto farlo già da mesi, ma mi manca il coraggio. Sono troppo inesperta e le poche cose che ho fatto inventandomi io lo schema o sono inguardabili e/o importabili o sono talmente semplici che scriverne lo schema mi sembra un insulto all’intelligenza di chi dovesse trovarlo. Però è anche vero che si impara a partire dalle cose semplici e se nessuno mi controlla fin dall’inizio rischio di imparare cose sbagliate e/o di non imparare affatto.

E poi diciamocelo, ma ogni tanto si leggono in giro certe richieste che mi fanno pensare che o sono un genio io o qualcuno è proprio limitato, e allora magari anche uno schema semplicissimo e un po’ sbilenco può avere un suo perchè.

No, questo non l’ho ancora fatto. Ma dovrò farlo nei prossimi giorni che ho tre tester in attesa 🙂

FAILED

9 – varie ed evenutali

Poi ci sarebbero altre cose, mi piacerebbe fare qualcosa per i miei bimbi e per Cuore di Maglia e per Quello che Ho, ma devo anche essere realista e rendermi conto che ho sempre pochissimo tempo e che sarà sempre meno perchè presto dovrò tornare a lavorare le mie 8-10 ore quotidiane in ufficio, quindi come propositi “ufficiali” mi fermo qui.

Ho fatto cosine per i bimbi, ma poche, e niente nè per cuore di maglia nè per quello che ho.

FAILED

Ravellenic Games 2014

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Come due anni fa, in occasione delle Olimpiadi, Ravelry organizza un evento parallelo che non si può chiamare olimpiade della maglia è altro che richiami il nome di olimpiadi perchè già due anni fa qualche organizzatore americano ha minacciato denunce e ripercussioni, che pare solo gli sponsor siano autorizzati ad utilizzare quella parola.

Al di là della correttezza di una simile azione, ed interessando alle laniste più le’vento che il nome da attribuirgli, si era deciso di trasformare le Ravelympics in Ravellenic Games. Tiè. Alla facciaccia loro. E ce lo siamo uncinettato e sferruzzato a livello mondiale, iniziando e terminando insieme ai giochi olimpici e suddividendo le creazioni in specialità che richiamavano quelle dei giochi.

E’ stato bellissimo, divertentissimo ed un ottimo (ulteriore) spunto per fare ed imparare qualcosa di nuovo, perchè l’obiettivo era, come dovrebbe essere per gli atleti delle olimpiadi, di dare il massimo per cercare di superarsi.

Visto il successo dell’iniziativa, le amministratrici di Ravelry ripropongono la stessa cosa per le olimpiadi invernali del prossimo febbraio.

Al momento siamo solo all’inizio, ma le LqA parteciperanno ed io con loro.

Intanto iniziamo a studiare queste olimpiadi, le mascotte, comprare lana e fare campioni. Poi appena ci saranno delle direttive più precise sceglieremo specialità e modelli ed infine aspetteremo la cerimonia di apertura dei giochi per un cast-on collettivo a livello mondiale.

Chi ci sta?

Altro giro, altro regalo: nuovo cardigan per destashare, e speriamo che stavolta il filo basti.

Appena finito il filo per l’Iced, sento il bisogno di avviare un altro lavoro, ovviamente sempre con filo che ho in casa da tempo perchè lo devo voglio consumare tutto prima di comprarne altro, altrimenti non entriamo più in casa.

Questa volta il filato dovrebbe essere più che sufficiente ed è anche di buona qualità (70% lana + 30% seta, niente sintetico), e quello che non mi piace molto è il colore. Che voi direte: “ma caspita, l’hai comprato tu, sarai scema a comprare una cosa che non ti piace!” ed avete pure ragione. Solo che quando l’ho visto mi era piaciuto, poi però sono diventata più esigente e adesso non mi piace più. Non addosso a me, almeno. Ma mi sono ripromessa di usare lo stash e un cardigan in più fa sempre comodo, al peggio lo userò in casa dando finalmente degna sepoltura in cassonetto al pile di 15 anni cui non reisco a trovare tempo voglia di sostituire la zip rotta. 😀

Dunque, il modello scelto è il Fibonacci Cardigan (sto nome mi dice qualcosa, l’ho già sentito…), che è gratis, senza cuciture che le odio, bottom-up che volevo provarlo da tanto tempo, richiede la tensione che mi da questo filo che ho in casa e mi piace come viene a righe, che per forza di cose devo usare diversi colori.

Come filo userò della lana+seta di Elena Regina Wool, nei colori glicine, panna e verde chiaro (azzardato, ma questi ho).

Se volete seguire il making-of c’è la pagina progetto su Ravelry.

Con questo partecipo ai soliti KAL (propositi 2013 con LQA e yarndiet con KAL from Italy) che potete seguire anche sui vari social con gli hashtag #kalpropositi2013 e #yarndiet.

Detto questo: che si inizi!

fibonacci 01

PS: ho cercato Fibonacci su google. Pare fosse un matematico che ha scoperto/inventato una sequenza in cui ogni numero è uguale alla somma dei due precedenti. Quindi 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, …. Il resto non l’ho capito, ma lo trovate su wikipedia.

Ora non ho ben chiaro cosa c’entri Fibonacci col pattern, ma ho una vaga idea che intendo approfondire appena possibile (il pattern l’ho studiato stanotte ed ero un po’ più rinco del solito causa sonno, qualcosa m’è sfuggito).

Quando il filo non basta… sgrunt!

Ho finito l’Iced.

O, meglio, ho finito il filo, e non posso c omprarne altro perchè non ho idea di che filato fosse, visto che era un recupero di un vechissimo progetto mai finito di mia madre, che nemmeno si ricordava di averlo mai visto…

Ovvio che l’avevo messo in conto prima di iniziare, ma la speranza è sempre l’ultima a morire ed avevo continuato ad illudermi che magari potesse bastarmi solo eliminando le maniche. E invece no.

E’ venuto almeno due taglie più piccolo, corto, senza maniche e senza collo. Uno spettacolo, davvero.

iced

Però per stare in casa pare comodo, e di sicuro è PERFETTO per sferruzzare sul divano al calduccio. Cosa che ovviamente ho fatto subito ieri sera appena fermato l’ultimo filo, visto che ha rinfrescato. 😀

Se consideriamo anche che dallo scorso inverno avrei voluto farmi un cardigan un po’ aperto davanti e con le maniche corte per stare in casa, direi che tutto sommato non è nemmeno andata poi così male.

Certo una decina di ferri in più sul collo non ci sarebbero stati male…

Con questo progetto partecipo al KAl dei buoni propositi per il 2013 delle Laniste Quasi Anonime ed al KAL yarndiet del gruppo KAL from Italy (Ravelry, of course).

 

 

 

Vero che chi s’accontenta gode, ma mi rode, ecco.